Più efficienza energetica, sviluppo delle fonti rinnovabili, per coprire almeno un quinto di tutti i consumi, e forte accelerazione nella riduzione delle emissioni gas serra.
Sono gli obiettivi che la Regione Emilia-Romagna punta a raggiungere nei prossimi tre anni, con investimenti per 8,5 miliardi di euro, di cui oltre 4,6 miliardi sono risorse pubbliche, da quelle europee alle statali fino a quelle regionali, cui si aggiungono i cofinanziamenti privati. Risorse che in Emilia-Romagna saranno dispiegate su tre grandi asset: l’abitare, la mobilità e la produzione. Per proseguire concretamente verso la transizione ecologica, mobilitando le amministrazioni pubbliche e il mondo delle imprese, della ricerca e della formazione. Con un impatto positivo sui comportamenti individuali e collettivi dei cittadini e delle comunità locali per arrivare a consumi più consapevoli e sostenibili.
Tutto questo è il Piano triennale di attuazione 2022-2024 del Piano energetico regionale 2030, messo a punto dalla Giunta regionale e all’esame questa mattina dall’Assemblea legislativa, presentato oggi a Bologna dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dall’assessore regionale allo Sviluppo economico e Green economy, Vincenzo Colla.
Il Piano rappresenta un tassello fondamentale anche per realizzare le misure condivise nel Tavolo strategico per la gestione della crisi energetica con sindacati, imprese e professionisti, che in Emilia-Romagna sono uniti per contrastare e ridurre l’impatto dei costi energetici su imprese e lavoratori e famiglie.
Ma è anche il risultato del confronto voluto dalla Giunta con le parti sociali e i territori, a partire dai firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima: terminato l’esame nelle competenti commissioni consiliari, il provvedimento è in queste ore in Aula per l’approvazione definitiva dell’Assemblea legislativa.
“Il nuovo piano triennale- affermano il presidente Bonaccini e l’assessore Colla- rappresenta una grande sfida, che ci inserisce in uno scenario nuovo, con al centro forti investimenti sulle rinnovabili e in cui l’energia possa essere sempre più di prossimità, in autoproduzione e autoconsumo, e riguarderà sia le imprese, sia i cittadini nei condomini, nelle associazioni, nelle comunità energetiche rinnovabili, sia amministrazioni e edifici pubblici. Il futuro non è più delle grandi centrali, ma in un impegno diffuso in tutto il territorio, capace di tradurre la cultura della eco-sostenibilità in progetti concreti di decarbonizzazione, efficienza energetica, risparmio, economia circolare, riciclo e riuso. Perché, lo vogliamo ribadire con forza, vogliamo raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati nel Patto per il Lavoro e per il Clima. Oggi più che mai- chiudono Bonaccini e Colla- dobbiamo accelerare la transizione energetica dell’intero ecosistema regionale, una priorità non più rinviabile. Non a caso abbiamo già iniziato a impiegare le risorse, che per la prima volta nella storia abbiamo disposizione in queste entità, approvando i primi bandi per le attività economiche e per gli edifici pubblici e dando il via ai progetti per le comunità energetiche rinnovabili”.
I contenuti principali
Il documento aggiorna il Piano del 2017-2019, prorogato fino a oggi, partendo dalla forte accelerazione registrata a livello europeo, nazionale e regionale, che ha interessato il processo di transizione energetica ed ecologica.
Alcuni parametri degli obiettivi fissati dall’Unione europea sono stati modificati e, rispetto al 2030, il target è più alto. Con RePowerEU le rinnovabili sono state portate al 45%, il calo di emissioni gas serra al 55% e il risparmio energetico al 32%.
In Emilia-Romagna il livello di copertura dei consumi finali attraverso l’impiego delle fonti rinnovabili potrà raggiungere al 2024 un valore di circa il 22%, che rappresenta nel triennio di riferimento un tasso di crescita di tali fonti prossimo al 3% annuo, portando ad un incremento del contributo delle rinnovabili di oltre un terzo del valore attuale già nel triennio 2022-24.
E proprio in questa direzione va la legge regionale per la promozione e il sostegno alla costituzione delle comunità energetiche rinnovabili nonché all’attivazione di gruppi di autoconsumo consapevole di rinnovabili.
Uno strumento normativo a disposizione di utenti pubblici e privati che si uniscono per la produzione, la condivisione e lo scambio di energia a impatto zero prodotta attraverso impianti di energia rinnovabile.
Il Piano si caratterizza per un impiego integrato e complementare di tutti i fondi disponibili a livello regionale, nazionale ed europeo: infatti, in sintesi, potrà contare su risorse pubbliche per quasi 4,5 miliardi di euro. I fondi 2022-2024 prevedono poco più di 2 miliardi di euro dal PNRR, ulteriori risorse dallo Stato per 1,7 miliardi, 301 milioni dal Fesr, 58 dal Fse e 423 milioni dalla Regione.
Già pronti i primi 3 bandi
E mentre il Piano sta decollando, la Regione ha già varato i primi 3 bandi, tutte misure concrete ad esso collegate.
Un primo bando da 13 milioni di euro a fondo perduto rivolto alle imprese manifatturiere e dei servizi che investono per la riqualificazione energetica degli edifici e nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili destinate all’autoconsumo, nonché per il miglioramento/adeguamento sismico degli edifici nei quali si svolge l’attività aziendale.
Un secondo bando che destina 30 milioni di euro sempre per la riqualificazione energetica e impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo e per interventi finalizzati al miglioramento/adeguamento sismico, ma in questo caso destinato agli edifici pubblici.
Infine, un terzo bando per sostenere la costituzione e la progettazione delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer), che mette risorse per 2 milioni di euro a copertura dei costi per l’avvio.