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Confapi Emilia: appello al mondo della politica

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“Ora, signori politici, dopo esservi occupati per alcune settimane prevalentemente dei massimi sistemi e avere partecipato a decine d’incontri con potenziali elettori, non fermatevi. Il vostro ruolo, nonostante la bassa affluenza alle urne, tema sul quale qualche interrogativo andrebbe sollevato, in particolare sulla distanza dal mondo reale, è centrale: nell’ammodernamento del nostro Paese, sia a livello europeo che locale, una buona politica al servizio della comunità e del cittadino è indispensabile”.

Sono le parole di Alberto Meschieri, Presidente di Confapi Emilia, che in modo pacato, ma diretto rivolge un appello alla classe politica affinché l’attenzione rispetto ai molti nodi che affliggono il nostro Paese rimanga alta e i riscontri positivi alle sollecitazioni di maggiore attenzione per le PMI da lui stesso avanzate durante alcuni recenti incontri pubblici non si risolvano in un accondiscendente sorriso.

“Nelle scorse settimane ho partecipato a diversi incontri pubblici ai quali erano presenti importanti rappresentanti istituzionali e tutti, indistintamente, suscitando in me e nei colleghi presenti una reazione positiva, hanno sottolineato l’importanza della piccola e media impresa in Italia. Bene, ora che la corsa elettorale si è sostanzialmente chiusa, evitiamo amnesie perché i problemi che pesano sulle aziende non sono spariti” prosegue Alberto Meschieri.

“Comprendiamo che temi come la transizione green, le fortissime tensioni internazionali, l’inflazione richiedono un livello di attenzione massima, ma siamo anche consapevoli che l’Italia, da sola, in queste situazioni, non può avere un ruolo risolutivo. Questa regola però non vale per tutti gli argomenti. Esistono temi, molto cari alle imprese, in primis le piccole e medie, che possono, anzi, debbono essere affrontati per eliminare uno dei fattori di maggiore incertezza per il mondo imprenditoriale. Mi riferisco ai tempi di pagamento. Se io oggi vendo un prodotto, posso solo sperare d’incassare i miei soldi dopo 90, 120, se non 150 giorni, sempre che tutto vada bene! Nel frattempo, se voglio pagare dipendenti e materie prime, devo andare in banca, chiedere un anticipo delle fatture emesse, sperare che me lo concedano, al prezzo che vogliono loro, con, spesso, anche una richiesta di garanzia sulla casa. Se poi, il mio cliente decide di non pagare, tutto implode e cade sulle spalle dell’imprenditore. Non è sufficiente affermare che esiste già una legge, perché questa non funziona. Nessun fornitore può permettersi di far causa a un cliente perché non viene pagato in 30 giorni. In ogni caso non dimentichiamo che, quando si entra in tribunale non si sa mai quando se ne esce, visti i tempi della giustizia italiana. Quando, in occasione di un dibattito pubblico, ho esposto queste valutazioni la sala si è risvegliata da un clima, spiace sottolinearlo, di diffusa  rassegnazione, tanto che dal tavolo dei relatori e dai presenti in sala sono partiti cenni di approvazione e anche qualche applauso che mi hanno confermato che stavo toccando un tema di grande interesse.

Ora però non fermatevi. Noi abbiamo bisogno di politici e amministratori affidabili e preparati attenti anche alle esigenze delle imprese che producono ricchezza e assicurano lavoro. Lavorare insieme per rendere applicabili e, ove possibile, migliori le norme sul rispetto dei tempi di pagamenti è un ottimo banco di prova” prosegue il presidente di Confapi Emilia.

“Il problema che ho sollevato e che oggi, con determinazione, rilancio va ben oltre gli interessi delle sole imprese associate a Confapi Emilia e ben oltre gli interessi del nostro territorio. Gli imprenditori, sollevando questa questione cruciale, non chiedono soldi allo Stato, ma chiedono regole certe, semplici da applicare e che tutelino quanti operano sul mercato nel rispetto delle regole e affidandosi alle proprie capacità” conclude Alberto Meschieri.