Home Economia Confcommercio Modena circa l’indagine di Federconsumatori sugli affitti brevi

Confcommercio Modena circa l’indagine di Federconsumatori sugli affitti brevi

Ora in onda:
________________


Confcommercio Modena circa l’indagine di Federconsumatori sugli affitti brevi“La nuova indagine di Federconsumatori sugli affitti brevi conferma come sia indispensabile ed urgente, pur in presenza di una normativa nazionale insufficiente, affrontare il tema a livello locale con gli strumenti a disposizione”.

Così Confcommercio Modena sul nuovo monitoraggio condotto da Federconsumatori sul mercato degli affitti brevi a Modena.

“Occorre accendere i riflettori sull’esplosione degli affitti brevi in città – attacca Confcommercio Modena – ,  oltre 1000 alloggi, che stanno contribuendo in modo deciso a generare effetti deleteri: una bolla speculativa sul costo degli affitti con la conseguente fuga da Modena di categorie essenziali per l’economia e la comunità (lavoratori delle nostre imprese, personale delle Forze dell’Ordine, medici e infermieri, impiegati in enti pubblici) impossibilitate a pagare canoni ormai fuori controllo; l’espulsione di lavoratori, famiglie e studenti dal centro storico, che sta cambiando rapidamente identità anche sul piano dell’offerta commerciale; una concorrenza sleale tra hotel e chi detiene decine di appartamenti, ma non emerge come imprenditore aggirando le norme vigenti”.

“Servono poi controlli mirati da parte della Polizia Municipale – puntualizza Confcommercio Modena – , perché appare incredibile, come emerge dall’indagine di Federconsumatori, che gran parte degli affitti brevi sia sprovvisto di basici ma fondamentali dispositivi a tutela della sicurezza di chi viene ospitato”.

“Il Comune – conclude Confcommercio – una volta scaduto il termine del 1° gennaio entro il quale anche gli affitti brevi devono acquisire il Codice Identificativo Nazionale (CIN), dia vita al comitato tecnico annunciato pubblicamente lo scorso 10 agosto: c’è bisogno di un luogo istituzionale nel quale tutti gli stakeholders possano dare il proprio contributo ad arginare un fenomeno, che rischia di produrre danni ancora più seri di quelli già generati”.