
ROMA (ITALPRESS) – “La riforma costituzionale è una riforma che ha un’origine tecnica. Quando si è introdotto il sistema penale cosiddetto accusatorio, tutta la struttura costituzionale che avrebbe dovuto accompagnare un sistema rivoluzionario come quello non è stata toccata, prima o dopo doveva essere toccata. Quella Costituzione che andava bene con un processo paradossalmente firmato da Alfredo Rocco, da Benito Mussolini e da Vittorio Emanuele III, e che è durato fino al 1988, non andava più bene dopo l’introduzione di un processo completamente incompatibile o in parte incompatibile”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenuto a un convegno organizzato dall’Università di Roma Tor Vergata sulla riforma costituzionale sull’ordinamento giurisdizionale e il Consiglio superiore della magistratura.
“Non c’è nessun reato di lesa maestà e tanto meno un vulnus all’indipendenza e all’autonomia della magistratura giudicante e requirente. E’ scritto a chiarissime lettere nella riforma costituzionale. Ogni processo alle intenzioni, che – sotto sotto – si intenda alla fine modificare anche questa, non è altro che un artificio divinatorio, un pò fantasioso. Perchè si deve leggere nella riforma della Costituzione quello che nella riforma non solo non c’è, ma è scritto a chiarissime lettere. E anche qui mi permetto un riferimento personale, vi pare che una persona che per 40 anni ha fatto il pubblico ministero proprio per essere libero e indipendente vorrebbe un pubblico ministero sottoposto al potere esecutivo. E’ già scritto, non avverrà mai, non avverrà ‘in my name’, non in nome di questa riforma costituzionale”, ha concluso il guardasigilli.
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