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Lapam Confartigianato: nel primo trimestre 2023 l’export reggiano registra un +10,3% rispetto all’anno precedente

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Lapam Confartigianato: nel primo trimestre 2023 l’export reggiano registra un +10,3% rispetto all’anno precedente«Il dato è sicuramente confortante, ma non dobbiamo cullarci sugli allori e pensare che la strada sia in discesa». Da Lapam Confartigianato commentano positivamente i dati dell’export reggiano nel primo trimestre del 2023 che segna un +10,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo un’indagine effettuata dall’ufficio studi dell’associazione, nei primi tre mesi di quest’anno il valore delle esportazioni della provincia di Reggio Emilia sfiora i 3,6 miliardi, pari al 17% delle esportazioni dell’Emilia-Romagna.

Bisogna specificare che l’aumento del valore delle esportazioni è influenzato da un’inflazione elevata e dall’andamento dei prezzi all’esportazione, che per i prodotti manifatturieri no energy su base annuale hanno registrato un +8,5% a gennaio, un +7,6% a febbraio e un +5,7% a marzo 2023.
Scendendo nel dettaglio per quanto riguarda l’export delle micro e piccole imprese, se confrontiamo le esportazioni del primo trimestre 2023 con quelle del 2022, la provincia di Reggio Emilia vede un incremento del 19,2%, variazione superiore al +10,3% dell’export totale: oltre la metà dell’export delle micro e piccole imprese (il 53,3%) è dovuto ad articoli di abbigliamento.
I manufatti realizzati in provincia di Reggio Emilia nei settori a maggior presenza di MPI vengono venduti per due terzi (66,4%) nei vicini Paesi UE, dove l’export di questi prodotti registra un +16,6% nel primo trimestre 2023, superiore al +6,8% del totale manifattura reggiana. Un terzo dell’export MPI (33,6%) è invece diretto verso i Paesi extra-UE, con una crescita del 24,7%.
«Come evinciamo dai numeri – concludono da Lapam Confartigianato – le micro e piccole imprese reggiane hanno assistito a una ripresa importante delle esportazioni. Dobbiamo proseguire con gli investimenti, soprattutto in ottica di sostenibilità ed economia circolare, per affermare l’immagine di valore, efficienza e qualità che il Made in Italy rappresenta nel mondo».