Al primo trimestre 2024, dato più aggiornato disponibile, sono 11.265 le imprese del commercio a Modena, di cui circa la metà è composta da commercianti al dettaglio. Negli ultimi 10 anni si è assistito a notevoli trasformazioni, con le attività di commercio online che sono più che raddoppiate, mentre spariscono un terzo dei venditori ambulanti. È quanto emerge da un’indagine elaborata dall’ufficio studi Lapam Confartigianato, basata anche su un sondaggio a cui hanno partecipato oltre 100 imprese, in cui si evidenzia la trasformazione delle abitudini di consumo dei cittadini.
Analizzando nel dettaglio, si è notato un aumento dei negozi dell’usato, che vanno incontro a nuove sensibilità del consumatore. Crescono anche le farmacie, coerentemente a un incremento della spesa per la cura della persona, così come i negozi di telefonia e di elettrodomestici e più in generale di tutto l’ICT. Aumentano anche i negozi di vendita di bevande e alimentare specializzato (vale a dire caffè, caseario ecc…) che incontrano una maggior attenzione alla qualità del consumatore.
Per tutti i restanti settori si è registrato invece un calo negli ultimi 10 anni, in particolare per le edicole (un terzo in meno), i negozi di abbigliamento e calzature (un quarto in meno) e di articoli per la casa (-17,8%). In forte calo anche il commercio all’ingrosso, che negli ultimi 10 anni ha fatto segnare un -16,6%, registrando 1.035 attività in meno. «L’inflazione dell’ultimo anno ha impattato negativamente sulla propensione all’acquisto dei consumatori, facendo registrare mediamente un calo del fatturato per il 2023 nonostante il generale aumento dei prezzi – commenta Cinzia Ligabue, presidente Licom –. La fiducia anche per i prossimi mesi resta cauta, con un generale calo delle attese sulle vendite future. Un altro tema importante da mantenere sotto i riflettori è l’incremento dei costi sostenuti dagli esercenti per offrire pagamenti tramite POS, che nell’ultimo anno sono aumentati nel 55% dei casi come ha dimostrato un’indagine realizzata dall’ufficio studi su un campione di imprese associate. È importante richiedere un intervento a livello normativo per agevolare i pagamenti sotto i 10 euro, che da quanto emerge dai dati nel 41% dei casi sono gravati da commissioni rilevanti. In questo senso il protocollo di intesa sottoscritto a livello nazionale dalle associazioni imprenditoriali con ABI è un primo passo».
«Tra le principali motivazioni di questo calo considerevole del commercio al dettaglio tradizionale individuiamo principalmente tre 3 fattori – afferma Daniele Casolari, segretario Licom –: il cambio delle abitudini di consumo con uno spostamento sempre di più verso gli acquisti online, un più esiguo passaggio diretto delle persone davanti ai negozi, sia in centro ma ancora di più nelle periferie e affitti dei locali non più sostenibili. Come associazione, in sinergia con gli enti pubblici competenti, vogliamo sostenere e incentivare le aperture di attività di vicinato sia nei centri storici che nelle periferie, sottolineando ancora una volta l’importante presidio sociale e il servizio di prossimità che queste attività garantiscono ai cittadini residenti e alla comunità locale. Vogliamo offrire momenti formativi utili ad aumentare le conoscenze e la possibilità di confrontarsi sulle prospettive e sulle opportunità del settore del commercio. I negozi oggi hanno davanti una grande sfida, quella di evolvere da contenitori di prodotti in cui compiere acquisti, a luoghi esperienziali dove offrire ai clienti un servizio su misura. Riteniamo quindi sempre più importante e strategico abbinare la presenza fisica a una presenza online».