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Patente a crediti, Lapam Confartigianato è critica sul decreto

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Patente a crediti, Lapam Confartigianato è critica sul decreto«A pochi giorni dalla data prevista per l’entrata in vigore, permangono dubbi e incertezze applicative che destano preoccupazione tra gli operatori del settore. Saremo al fianco delle nostre imprese per assisterle nelle procedure richieste e necessarie, ma l’uscita del decreto attuativo così ravvicinata all’entrata in vigore della norma era una delle motivazioni che ci spingevano a chiedere una proroga della stessa, che non è stata accolta».

Alberto Belluzzi, responsabile delle politiche territoriali di Lapam Confartigianato, sottolinea ancora una volta come, nonostante sia apprezzabile il tentativo di aumentare la sicurezza nei cantieri, fosse necessario un lasso di tempo maggiore per permettere alle imprese di gestire la normativa. La patente a crediti entrerà in vigore a partire dal 1° ottobre e la novità riguarderà imprese e lavoratori autonomi operanti in cantieri temporanei o mobili. 100 è il numero massimo di punti riconoscibile a ogni soggetto tenuto al possesso della patente, suddiviso in 30 crediti attribuiti a tutte le imprese al momento di rilascio della domanda, altrettanti in base alla storicità dell’impresa e 40 attribuiti all’impresa che dimostra di aver effettuato interventi specifici o attività di formazione. Questi ultimi sono crediti che l’impresa potrà richiedere solo dopo la comunicazione delle indicazioni operative.

«A Modena – continua Belluzzi – la norma impatterebbe in maniera importante sulle 10.582 imprese attive nel settore delle costruzioni, come emerge da un’indagine dell’ufficio studi Lapam Confartigianato. Si tratta del 16,8% di tutte le imprese operanti sul territorio. Il comparto, che comprende attività quali la costruzione di edifici, la costruzione di opere di ingegneria civile e lavori di costruzione specializzati, come ad esempio installazione di impianti elettrici e idraulici, tinteggiatura, lavori di rivestimento di pavimenti, muri e serramenti. Il settore dà lavoro a quasi 22 mila addetti e, nel 71% dei casi, si tratta di attività artigiane. Dobbiamo salvaguardare i loro interessi: la mancanza di chiarezza normativa e operativa rischia di penalizzare le aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni. È necessario valorizzare gli elementi qualitativi delle imprese che sono la regolarità contributiva e contrattuale, nonché la corretta gestione degli adempimenti in materia di sicurezza, snellendo il peso della burocrazia. Il nostro obiettivo è garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e contrastare il lavoro sommerso, ma deve essere perseguito con misure chiare, efficaci e sostenibili per le imprese, soprattutto per quelle di piccole dimensioni che rappresentano la spina dorsale del tessuto economico del nostro Paese».